Il Pettegolezzo: un potente incantesimo
Il PETTEGOLEZZO è sempre stato sottovalutato, in realtà è un POTENTE INCANTESIMO che regna sovrano (spero ancora per poco) nella nostra società.
La nostra attenzione viene catturata da notizie molto spesso distruttive che troneggiano sui giornali, in tv, nei social, nei libri, anche in quelli di scuola. Notizie false.. vere.. non si sa: ci si è abituati a scrivere e a dire di tutto e di più, la cosa non fa più tanto scalpore, ma la nostra mente lavora e nell’inconscio c’è un programma che vive e che si accende ogni volta che sentiamo un pettegolezzo.
LA PAROLA CREA e tutto questa confusione sta creando il Mondo di oggi, dove il pressappochismo aleggia in moltissimi ambiti.
Lo stupore, stato d’animo ambito da quasi tutti perché dona emozione, viene creato da NOTIZIE che devono sempre essere più strane, assurde, pazze, terribili.. e via di questo passo. E non ci si accorge che tutto ciò CREA.
CREA CONTINUAMENTE.
Se dunque le PAROLE CREANO, sarebbe utile osservare ciò che c’è intorno a noi e chiederci: ma voglio questo attorno a me? Mi sta bene? C’è qualcosa che voglio cambiare? E se c’è veramente qualcosa che si vuole cambiare, farlo iniziando anche dal modificare ciò che diciamo, cambiare il nostro modo di parlare, e smettere di sparlare.
Impegnativo? Certo.
Queste sono scelte per CHI HA CORAGGIO.
E a tal proposito vi riporto qui una piccola parte di un libro di Don Miguel Ruiz, che spiega il potere del pettegolezzo.
“Osservando le interazioni quotidiane tra gli esseri umani, immaginate quante volte ci gettiamo addosso l’un l’altro degli incantesimi con la parola. Con il passar del tempo, questa è diventata la forma peggiore di magia nera, chiamata pettegolezzo.
Si tratta di una magia potentissima, perché è composta di puro veleno. Abbiamo imparato a spettegolare attraverso un accordo. Da bambini abbiamo udito gli adulti spettegolare tutto il tempo, esprimendo opinioni su altre persone che a volte neppure conoscevano. Il veleno emozionale viaggiava attraverso tali opinioni e così abbiamo imparato che quello è il modo normale di comunicare.
Il pettegolezzo è diventato la forma principale di comunicazione nella nostra società. È diventato il modo che usiamo per sentirci vicini, perché vedere qualcuno che sta male come stiamo male noi ci fa sentire meglio. Un vecchio detto dice: “mal comune mezzo gaudio”, e le persone che soffrono all’inferno non vogliono stare da sole. La paura della sofferenza è una parte importante del sogno del pianeta. È il modo in cui il sogno del pianeta ci tiene schiavi.
Se paragoniamo la mente umana ad un computer, il pettegolezzo è come un virus informatico, cioè un’informazione scritta con lo stesso linguaggio di tutti gli altri codici del computer, ma con un’intenzione malvagia. Quel codice si inserisce nei programmi del vostro computer quando meno ve l’aspettate e quasi sempre senza che lo sappiate. Dopodiché il computer non funziona più bene, o smette di funzionare del tutto, perché il codice penetra talmente in profondità, interagendo con tanti messaggi conflittuali, che diventa impossibile ottenere dei risultati corretti.
Il pettegolezzo funziona esattamente nello stesso modo.
Per esempio, state iniziando un corso con un nuovo insegnante, che aspettavate da tempo. Il primo giorno di scuola, incontrate una persona che ha frequentato quel corso l’anno precedente e vi dice: “Quell’istruttore è un idiota pomposo. Non sapeva neppure di cosa parlava e inoltre è un pervertito, sta’ attenta”.
Quelle parole e il codice emozionale della persona che le ha pronunciate si imprimono immediatamente nella vostra mente, ma voi non avete idea del motivo per cui le abbia dette. Forse la persona era irritata per non aver passato l’esame con quell’insegnante, oppure faceva semplici supposizioni, basate su paure e pregiudizi. Ma poiché voi avete imparato a dirigere informazioni da bambini, una parte di voi crede al pettegolezzo.
In classe, mentre l’insegnante parla, sentite il veleno salire dentro di voi e non vi rendete conto che state vedendo il professore attraverso gli occhi della persona che vi ha trasmesso il pettegolezzo. Allora comunicate ai vostri compagni di classe e anche loro iniziano a vedere quell’insegnante come un idiota e un pervertito. Alla fine odiate quel corso e lo abbandonate. Ne date la colpa al professore, invece è colpa del pettegolezzo.
Quindi una piccola informazione sbagliata può interrompere la comunicazione tra le persone, contagiando chiunque vi entri in contatto. Ogni volta che qualcuno vi racconta un pettegolezzo, inserisce un virus informatico nella vostra mente, facendo in modo che non riusciate a pensare con chiarezza, quindi nello sforzo di liberarvi dalla confusione e salvarvi dal veleno, voi spettegolate a vostra volta, contagiando altre persone.
Immaginate ora che questa struttura comunicativa si ripeta milioni di volte, in una catena infinita tra tutti gli esseri umani del pianeta. Il risultato è un mondo in cui le persone possono interpretare la informazioni soltanto tramite circuiti intasati da un virus velenoso. Tale virus è ciò che i Toltechi chiamano MITOTE, il caos di migliaia di voci che cercano di parlare tutte insieme nella nostra mente.
I maghi neri (o hacker per continuare con l’analogia del computer) che diffondono il pettegolezzo intenzionalmente, possono fare un danno enorme.
Ricordatevi di un momento in cui eravate arrabbiati con qualcuno. Per vendicarvi avete detto qualcosa a quella persone (o a proposito di quella persona) con l’intenzione di farle del male. Da bambini lo facciamo quasi senza pensarci, ma da adulti i nostri sforzi per far star male hai altri diventano molto più calcolati. Dopodiché mentiamo a noi stessi, dicendo che quella persona ha ricevuto la giusta punizione per ciò che aveva fatto.
Guardando il mondo con la percezione modificata da un virus informatico, è facile giustificare anche i comportamenti più crudeli. Ciò che non vediamo è il fatto che più usiamo male la parola, più sprofondiamo nell’inferno.
Per anni abbiamo assorbito pettegolezzi e incantesimi attraverso le parole degli altri, ma anche attraverso il modo in cui usiamo la parola contro di noi. Parliamo costantemente con noi stessi e la maggior parte delle volte ci diciamo cose di questo tipo: “Sono grasso, sono brutto, sto invecchiando, perdo i capelli, sono stupido, non sarò mai perfetto..”. Dobbiamo cominciare a capire cos’è la parola e cosa fa. Se comprendete questo vedrete i cambiamenti nella vostra vita. Innanzitutto nel modo in cui vi comportate verso voi stessi e in seguito nel modo di relazionarvi con gli altri, soprattutto con le persone che amate di più.
Pensate a quante volte avete spettegolato contro una persona cara, per cercare il sostegno di qualcun altro rispetto al vostro punto di vista. Quante volte avete agganciato l’attenzione degli altri sputando veleno sulla persona che amate per far accettare la vostra opinione? La vostra opinione è soltanto un punto di vista. Non è necessariamente vera. Proviene dalle vostre convinzioni, dell’ego e dal vostro sogno personale.
Se diverrete IMPECCABILI CON LA PAROLA tutto il veleno emozionale prima o poi sparirà dalla vostra mente e dalle vostre relazioni con gli altri esseri, compresi il cane e il gatto di casa.
L’impeccabilità con la parola vi renderà anche immuni agli incantesimi che gli altri getteranno su di voi. È possibile ricevere e adottare un’idea negativa soltanto se la nostra mente è un terreno fertile per la negatività. Diventando impeccabili con l parola, la mente non è più ricettiva alla magia nera.
Diventate invece fertili per le parole provenienti dall’amore. Potete scoprire quanto siete impeccabili con la parola da quanto amate voi stessi. Ciò che provate per voi stessi è direttamente proporzionale alla qualità e all’integrità delle vostre parole. Se siete impeccabili in questo senso, vi sentirete bene, contenti e in pace.”
Tratto dal libro I QUATTRO ACCORDI
di Don Miguel Ruiz